Dico sempre alle persone con cui lavoro che l’ottimismo è qualcosa che si fa, un’attitudine. La stessa cosa vale per il pessimismo.
Ecco alcune delle principali differenze:
- L’ottimista è orientato alla soluzione, il pessimista si ancora al problema.
- L’ottimista ha una visione attraente e eccitante del suo futuro, il pessimista spesso non ha una visione e, se ce l’ha, è spaventosa.
- L’ottimista trova lezioni e opportunità nelle sconfitte, il pessimista se ne lamenta.
- L’ottimista sa assumersi rischi, il pessimista cerca sempre di giocare “safe”.
- L’ottimista sottolinea i lati positivi delle persone che gli stanno vicino e li ispira a crescere, il pessimista sottolinea i difetti e demolisce chi gli sta attorno.
C’è comunque un elemento che accomuna i due: la profezia autoverificantesi.
Di cosa si tratta? Se io credo che il mondo sia un luogo fatto di abbondanza e ricco di opportunità (visione dell’ottimista), vedrò accadere cose buone, in genere. Se, al contrario, credo che il mondo sia un luogo ostile e difficile (visione del pessimista), vedrò più spesso accadere cose non proprio buone.
Hai mai giocato a golf? Cosa succede se ti trovi davanti a un ostacolo, bunker, acqua, alberi, e, invece che pensare alla traiettoria che vuoi dare al tuo colpo, pensi a dove non mandare la tua palla? La palla finirà proprio dove non volevi finisse.
E’ questione di focus ed è evidente che la scelta è nostra: possiamo scegliere di vedere sempre il peggio delle situazioni, con tutte le implicazioni emotive negative che ne conseguono che ci condurranno a fallire miseramente ancora una volta, o il meglio e sentircene rafforzati per agire e realizzare i nostri sogni.
Pessimista di successo? NO grazie!
Buon allenaMente 😉
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